Fiera, altera, imprevedibile e scostante. L’irruenza della natura ha plasmato sull’Etna un paesaggio dal volto aspro, segnato da solchi cavernosi e rilievi rugosi, arcano teatro di scontro tra elementi della natura. Lava infuocata, trasformata dall’aria in dura pietra, che sprofonda fin negli abissi di un mare cobalto. Cielo turchese smaltato, smerigliato dal vento incessante. Sole violento che trapassa l’atmosfera tersa dell’altitudine con fare insolente. Nuvole veloci che accarezzano curiose la solitaria vetta della montagna. Terra che non ama compromessi e non può lasciare indifferenti. Colori netti, densi e compatti. Non c’è spazio per frivole sfumature, qui dominano il nero cupo e ruvido dalla lava, il verde dei pini e dei castagni, l’argento fluttuante degli ulivi scossi dal vento. Terra minacciosa, compressa e poi esplosa dal mare al cielo. Un vulcano sul margine di un’isola, al centro del Mediterraneo, cuore nero della sua affabulante storia, di miti e di leggende.
